La terra della città

Francesca Cognetti e Serena ContiDiap – Politecnico di Milano

La riflessione proposta prende in considerazione progetti sociali che lavorano sulla relazione tra città e campagna, sperimentando modi di vivere inconsueti a partire da usi ‘impropri’ delle risorse e degli spazi urbani.
L’attenzione è rivolta in particolare alle diverse esperienze di coltivazione (orti e giardini) in aree urbane residuali. Si tratta di iniziative che assumono forme anche molto differenti tra loro: azioni dimostrative in spazi pubblici abbandonati, orti strumentali a progetti sociali più ampi, esperimenti per una gestione più efficiente e soddisfacente delle proprie risorse, reti di piccole coltivazioni casalinghe, …; ma dietro le singole motivazioni specifiche di ciascun progetto si intravede un comune desiderio, spesso implicito, di praticare nuovi modi di vivere la città.
Le esperienze prese in considerazione, infatti, guardano soprattutto ‘altrove’, a pratiche tipicamente ‘extra-urbane’ o alle consuetudini di un presunto passato; a un primo sguardo si potrebbe parlare di progetti urbani per semplice collocazione spaziale, anzi, si potrebbe dire che si tratti di pratiche in un certo senso ‘anti-urbane’, dotate di una forte ed esplicita volontà critica nei confronti della forma organizzativa propria della città. Ma proprio il fatto che guardino intenzionalmente altrove senza rinunciare alla città, anzi, utilizzandola come fondamentale materiale progettuale, ne costituisce il motivo di interesse.