PhD Seminar on Public Space 2009

di Sandra Simoni

University of Technology, Delft, Olanda.

Workshop 1: Public Space and Neighbourhood Quality

E’ vero anche per la ricerca sullo spazio pubblico che l’unione fa  la forza. Basta prendere una quarantina di ragazzi da tutte le parti del mondo ed il gioco è fatto: i cervelli si muovono più veloci, le riflessioni si moltiplicano e le idee vengono a galla grazie all’energia provocata dal confronto.
E’ quello che è successo in Olanda, durante il Seminario sugli Spazi Pubblici organizzato circa un anno fa dalla University of Technology di Delft.
La parola chiave che potrebbe definire questa  ricchissima tre giorni di confronto é sicuramente “varietà”: circa quaranta studenti di dottorato – provenienti da Francia, Stati Uniti, Turchia, Grecia, Svizzera, Inghilterra Svezia, Germania, solo per citare alcune della nazionalità presenti – sono stati selezionati da un rigoroso call for papers e hanno presentato le loro ricerche sugli Spazi Pubblici.
Ed é stato proprio questo il primo elemento dirompente: il confronto tra studenti provenienti da nazioni diverse e quindi con background culturali  e linguistici differenti, ha messo in luce innanzitutto come l’accezione del termine “Spazio Pubblico” sia ormai usata per definire luoghi, contesti e situazioni assai diversi tra loro ed, in secondo luogo, come la ricerca su questo tema
abbracci una estrema varietà di punti di vista, dai quali si dipartono le più diverse analisi.

C’è, ad esempio, chi ha presentato una tesi dal titolo “Can you hear me? Phone Centers and the struggle for public space” nella quale si analizzava la possibilità che i  luoghi di ritrovo della popolazione immigrata della città  di Milano, come i Phone Centre, siano diventati degli spazi pubblici della città, in quanto sembrano essere ormai dei punti di riferimento per questa parte di popolazione urbana. C’è stato poi chi  ci ha illustrato la necessità della popolazione di Nashville, Stati Uniti, di avere più Spazi Pubblici, mostrando come trasformare una highway in una promenade, e  chi ha presentato una ricerca sull’utilizzo del mercato di Kigali, capitale del Ruanda, come “spazio pubblico controllato”, luogo di espressione della giustizia popolare e sede di veri e propri processi. C’è stato, ancora, chi mostrava come a Malmö, in Svezia, l’arte di strada sia ormai una presenza accettata negli spazi pubblici della città tanto che ci si interroga su come fare affinché venga riconosciuta come elemento di identità collettiva.

E, infine c’è chi, da Roma, mostrava come i progetti di riqualificazione urbana in Europa abbiano come denominatore comune il ri-disegno del vuoto al fine di dotare nuovamente intere parti di città di una trama di spazi pubblici. Durante le presentazioni è apparso chiaro come ciascun dottorando si trovasse in una fase diversa del processo di elaborazione della tesi, e questo sentimento del  “non compiuto” ha conferito al seminario il carattere di luogo dell’elaborazione, più che quello del luogo della espressione frontale
delle proprie conoscenze, provocando spesso prolifici dibattiti. A conferire al seminario uno  serio valore accademico hanno contribuito in maniera determinante le le tre Key note Speech: la lezione di Mattew Caramona (Bartlett School of Planning, University college London) : “Contemporary public Sapce: critique and classification”; l’intervento di Rob Shields (Faculty of Arts, University of Alberta, Canada) : “Politics of Public Space”; e , infine, il seminario di Talia Blokland (Professor of Spatial Planning and Strategy, Delft University of  Technology): “Home in Street and Squares, the relevance of Public Space”.
L’intensa tre giorni si è conclusa con la visita alla città di Rotterdam. Ed eccoci di nuovo coi piedi per terra, lungo le strade di Rotterdam, ospitati negli uffici comunali preposti alla riqualificazione urbana. Eccoci lungo le strade di una delle città che meno assomiglia al prototipo di città Europea tradizionale e più si avvicina alla conformazione urbana delle grandi città statunitensi. Eccoci a girare per l’unica  Down Town nel cuore del vecchio continente.  Eccoci di fronte ai progetti di riqualificazione urbana in corso,  dei quali ci viene illustratala  strategia di riqualificazione degli Spazi Pubblici. Ed eccoci, finalmente, in periferia, nei luoghi dove gli spazi pubblici non ci sono, nei luoghi dove c’è bisogno delle nostre tesi, delle nostre idee.