Governare lo Spazio Pubblico. Un viaggio biennale nei Comuni delle buone pratiche.

Paolo Testa

Massimo Allulli

 

La prima edizione della Biennale dello Spazio Pubblico ha visto una partecipazione vasta e attenta, composta non solo di professionisti ma anche e soprattutto di cittadine e di cittadini di ogni età che hanno accolto con entusiasmo l’invito a dare vita a una discussione attorno al più importante tra gli elementi che accomunano chi condivide la vita di una città: lo spazio. Potrebbe sembrare un paradosso, in tempi in cui nell’agenda politica le parole chiave sembrano essere tutte riconducibili all’ambito finanziario, discutere di pubblico e discutere di spazio. Ma il paradosso è solo apparente, se si prendono sul serio le parole del Premio Nobel Elinor Ostrom quando già venti anni orsono parlava della “tragedia dei beni comuni”1, facendo riferimento alla degradazione di risorse materiali e immateriali derivante dalla carenza di governo di esse, o dal prevalere nei processi decisionali di una razionalità individualistica. Come sostiene Arena “con l’egoismo non se ne esce”, poiché “prendersi cura dei beni comuni conviene anche dal punto di vista degli interessi individuali, perché dalla qualità dei beni comuni dipende la qualità delle nostre vite”2. Sembra essere questa la consapevolezza che ha spinto tanti a mettere in gioco idee, tempo e competenze nella Biennale dello Spazio Pubblico. Ed è con questa consapevolezza che riteniamo oggi più che mai utile contribuire a una prosecuzione del suo percorso. Un percorso inclusivo in cui istituzioni locali, società civile e cittadini tornino a collocare nell’agenda politica il tema dello spazio pubblico nella sua dimensione materiale (con riferimento al vivere, all’abitare, all’ambiente, ai servizi, alle politiche urbane in generale) e nella sua dimensione immateriale (con riferimento all’inclusività, alla convivenza, alla trasparenza, alla responsiveness dei processi di governo). Spazio pubblico come bene comune, quindi, e come oggetto e obiettivo di una nuova generazione di politiche pubbliche nelle città.

Con le giornate romane si è conclusa una tappa e se ne è aperta un’altra. Si avvia un percorso che porterà alla seconda edizione della Biennale attraversando tutto il territorio nazionale con il coinvolgimento di una pluralità di attori in un processo di ricerca e confronto. La nostra ambizione è quella di avviare un approfondimento sui temi che più hanno caratterizzato la prima edizione della Biennale, individuando le città che più si sono distinte nell’attivazione di politiche pubbliche virtuose per lo spazio pubblico, nelle diverse dimensioni che questo concetto sottende. Facciamo riferimento in primo luogo al governo dei beni collettivi, alle pratiche di partecipazione nella pianificazione, al rapporto tra pubblico e privato. Ma anche a temi più settoriali quali l’abitazione, il welfare locale, il rapporto tra spazio pubblico e disabilità, la cultura e il ruolo delle biblioteche pubbliche, il ruolo del web negli spazi pubblici, i luoghi dell’integrazione e dell’incontro tra culture. Ciascuno di questi temi sarà oggetto di un seminario da tenersi in un Comune che si sia distinto per la produzione di politiche pubbliche innovative e virtuose in materia, con la partecipazione di attori afferenti alle sfere amministrativa, sociale, professionale, economica, accademica.

Il principale obiettivo è quello di realizzare un “ponte” tra la prima e la seconda edizione della Biennale, costruendo una continuità nelle attività che garantisca la diffusione degli esiti della Biennale già tenutasi a Roma e al contempo costituisca le basi di discussione per l’edizione del 2013. Questo macro-obiettivo racchiude una pluralità di obiettivi specifici che il percorso di prefigge. Il primo tra essi è quello di restituire rilevanza al tema dello spazio pubblico nell’agenda politica, come strumento di inclusione sociale e di sviluppo sostenibile dei territorio, anche e soprattutto in un contesto di crisi economica e di scarsità di risorse.

Ma si tratta di un processo che intende avere ricadute sulle pratiche delle amministrazioni locali. Per questo si prevede la realizzazione di un percorso di scambio e diffusione di buone pratiche, che possa portare all’attivazione di dinamiche di apprendimento tra comuni nella realizzazione di politiche per lo spazio pubblico. Questo favorirebbe sia sul livello territoriale che al livello nazionale l’incontro e lo scambio di visioni tra amministrazione e società civile, promuovendo nuove forme di partnership per la tutela e la costruzione di spazio pubblico, anche attraverso la valorizzazione di esperienze di economia sociale e cooperativa per uno sviluppo locale sostenibile.

I soggetti promotori del percorso sono l’INU, la Biennale dello Spazio Pubblico e Cittalia-Fondazione ANCI Ricerche. I comuni coinvolti saranno di volta in volta chiamati a fornire supporto organizzativo all’evento. L’investimento organizzativo sarà per i comuni ampiamente compensato dalle ricadute positive in termini di visibilità, di apprendimento, di formazione, di scambio con altri enti territoriali. Realizzare momenti di formazione e auto-formazione di operatori istituzionali e sociali è, riteniamo, un presupposto cruciale per la realizzazione di politiche e pratiche per lo spazio pubblico in ambito urbano. Almeno se si intende prendere sul serio l’ammonimento di Donolo3 secondo cui “per la soluzione di un problema di azione collettiva e per il trattamento efficace della tragedy (…) occorre l’apprendimento di nuove preferenze”. La partnership tra professionisti nel campo dell’urbanistica, attori istituzionali di livello locale e un centro di ricerca come Cittalia ha l’ambizione di caratterizzarsi essa stessa come spazio pubblico, come forum aperto nel quale tentare di fornire un contributo per superare la “povertà di informazioni” e il “deficit di assetti istituzionali” che “rendono difficile il governo dei beni comuni”. E dello spazio pubblico.

 

* Direttore delle Ricerche, Fondazione Cittalia-ANCI Ricerche.

** Dottore di Ricerca in Scienza della Politica (SUM-Italia), svolge attività di ricerca presso la Fondazione Cittalia-ANCI Ricerche.

1 Ostrom E., 2006, Governare i beni collettivi. Istituzioni pubbliche e iniziative delle comunità, Marsilio, Venezia

2 Arena G., Contro l’impoverimento, i beni comuni come ricchezza condivisa, www.labsus.org

3 Carlo Donolo, Il ruolo dei beni comuni nell’azione collettiva, Sociologica, Luglio 2007.