Le nuove sfide della scuola diffusa: didattica all’aperto, outdoor education, alleanza educativa tra scuola e territorio, comunità educante, scuola di prossimità, e il protagonismo dei parchi.

di Maurizio Gubbiotti, Presidente di RomaNatura

Scuole all’aperto, didattica innovativa, nuovi spazi di apprendimento, comunità educante, con al centro la natura, sono temi ed esperienze che con l’attualità della scuola del post-covid, emergono rompendo il tradizionale schema dell’aula al centro della didattica. Si cerca di trovare soluzioni all’emergenza, e nel contempo si scoprono buone pratiche già in essere per un nuovo modo di fare scuola. Con l’Outdoor Education si aprono le porte a tutti i bimbi senza alcuna discriminazione, dando la possibilità agli asili e alle scuole dell’infanzia di fare lezione nelle riserve naturali, nelle fattorie, negli agriturismi, usando la didattica all’aperto anche comemisura di prevenzione. Ovviamenteripensare spazi e tempi per la scuola richiede impegno, investimento e collaborazione a tutti i livelli, ma anche per questo parchi e riserve possono svolgere un ruolo da protagonisti. Perché sono luoghi dove oggi le norme anti contagio sono facili da rispettare, sono Istituzioni, ma soprattutto sono capaci di allargare le prospettive dell’insegnamento, dell’apprendimento, della didattica e della formazione. Dopo decenni nei quali le aree verdi si sono dedicate giustamente alla conservazione e alla protezione, alla creazione della biodiversità, e lo hanno fatto anche bene, se consideriamo il capitale naturale che oggi il nostro paese possiede, oggi parchi e riserve devono raccogliere anche le sfide sociali. Essere più aperte, ospitali, più vicine ai bisogni delle persone, e capaci di migliorare la qualità della vita attraverso i loro servizi ecosistemici. Sono luoghi dell’apprendimento che sempre più spesso diventano aule a cielo aperto, sicuramente per i più piccoli, ma non solo. Un metodo didattico che negli ultimi anni ha raccolto moltissime adesioni da nord e sud del paese e che mette d’accordo proprio tutti.Dalla Lombardia al Lazio, dalla Puglia al Veneto, dal Piemonte alla Campania, sono numerose le iniziative tese a favorire un nuovo modo di fare didattica, innescando nuove pratiche efficaci al di fuori delle tradizionali aule.

Ripensare gli spazi dell’apprendimento è un movimento di pensiero che si fa largo da anni nella pedagogia, e l’idea è quella di una scuola “aperta”, inclusiva, affettiva, in costante collegamento con il territorio. Ripensare l’educazione all’ aperto vuol dire restituire ai più piccoli la possibilità di vivere a pieno il rapporto con la natura, sperimentarne le potenzialità ed esercitare le principali pratiche osservative, direttamente sul campo. Che vuol dire anche ridare valore e dignità al territorio in cui si vive e alle comunità. Pedagogia e natura, ma anche arte, ecologia ed educazione al vivere civile, condensati in un nuovo modo di vivere la didattica destinato a giovare all’intero sistema scolastico.

Da qualche anno, in Italia, esiste una figura professionale riconosciuta ufficialmente che è quella di ‘facilitatore per la sperimentazione nelle scuole all’aperto. Un vero e proprio consulente che mette a disposizione delle scuole il proprio know-how per supportarle nel processo iniziale di sperimentazione, formazione e programmazione della didattica outdoor. Senza dimenticare che il tutto si svolge all’insegna della gradualità: si parte dai percorsi scuola-natura e si procede, passo dopo passo, alle esperienze in fattoria, alle gite a tema e alle lezioni nei parchi. RomaNatura ha messo a disposizione il proprio sistema regionale di parchi urbani e periurbani di tutto questo sostenendo e promuovendo progetti didattici di rilevanza socio-educativa e di didattica ambientale. Per fare solo alcuni esempi del nostro impegno penso al Patto Territoriale “Ostia Up”, progetto finanziato dal MiBACT che vede capofila l’Istituto Anco Marzio del Municipio X di Roma, con sei scuole che ospiteranno 12 laboratori per promuovere e sostenere il territorio attraverso politiche di partecipazione condivisa. 

Alla scuola nel Bosco presso il Monumento Naturale Parco della Cellulosa, con un’esperienza all’aria aperta realizzata con le Istituzioni educative locali, dove i bambini apprendono il mondo con tutto il corpo, con tutti i sensi, attraverso un’esperienza concreta fatta in prima persona. Al Protocollo sottoscritto con l’associazione APS Cheiron nell’ambito del progetto sperimentale di Scuola all’Aperto “Nautilus”, rivolto ai bambini della scuola primaria, e con progetti di formazione per insegnanti e genitori, che promuovono lo sviluppo culturale e l’impegno collettivo, secondo i principi di responsabilità sociale, sostenibilità e solidarietà. Al progetto N.O.R.A. (nessun organismo resterà abbandonato) realizzato da RomaNatura con l’associazione APS Sotto al mare, pensato per valorizzare l’Area Marina delle Secche di Tor Paterno, patrimonio di biodiversità di valore inestimabile, che sta vedendo presso Casa del Mare di Ostia l’allestimento di acquari didattici marini dove gli organismi viventi derivanti dagli “scarti” della pesca, rimasti impigliati nelle reti, ricevono una seconda vita per poi riconquistare il mare, e dove gli studenti vengono coinvolti attivamente nel viaggio esplorativo alla scoperta del mare, con il supporto di mezzi, strumenti e attrezzature del mestiere.

Va infine segnalato che l’educazione all’aperto nella Regione Lazio in questi ultimi mesi è diventata legge, con lo stanziamento di 3 milioni di euro per la selezione di progetti di outdoor education promossi dal terzo settore.