L’esperienza di riappropriazione dell’EXCinema Palazzo a San Lorenzo

a cura di: Daniela Festa
Rete San Lorenzo Cambia Cambia San Lorenzo
 

Dalla rete di cittadini attivi all’occupazione di uno spazio pubblico:
L’occupazione è il risultato di un percorso di oltre un anno durante il quale i residenti del quartiere liberamente hanno iniziato a incontrarsi per combattere il degrado culturale e sociale del quartiere, cercando di contenere gli effetti della movida e della dilagante presa di spazi e poteri delle lobbies affaristiche e degli spacciatori.

Si sono realizzate nell’ultimo anno numerose manifestazioni ed eventi ed occupazioni delle piazze e delle vie per sensibilizzare e cercare di dare un senso diverso alla vita pubblica del quartiere.

Qualche settimana fa poi abbiamo scoperto che all’ex cinema Palazzo, da anni chiuso, sono iniziati dei lavori di ristrutturazione. Abbiamo indagato e scoperto che una ditta privata, probabilmente legata a qualche lobbie se non addirittura alla malavita organizzata o alla camorra, aveva intenzione di trasformare questo spazio così grande, importante e bello in un casinò.

Abbiamo deciso di intervenire per impedirlo e attraverso l’occupazione richiamare l’attenzione e magari rilanciare perché lo spazio diventi un luogo pubblico culturale, un cinema, un teatro, un luogo dove i bambini, i giovani, gli artisti, i cittadini possano ritrovarsi e avere un momento di incontro e di crescita.

Non esiste nessun luogo come questo nel quartiere e non permetteremo che l’ex cinema diventi il simbolo di un degrado che prima è culturale, sociale e poi politico.

Da quel momento dell’ingresso nella sala dell’Ex cinema Palazzo molte cose sono cambiate e hanno superato idee e aspettative.
Gli abitanti, il mondo dello spettacolo e numerose istituzioni ci hanno chiesto di non andare via.

Alla Sala è stato dato un nome: sala Vittorio Arrigoni e via via lo spazio ha iniziato a « reificarsi » e strutturarsi in relazioni e a mettersi in prospettiva con un passato, un presente e una prospettiva del territorio.

E’ iniziato un vero processo di territorializzazione sia dell’ex Cinema sia della Piazza antistante che da parcheggio disordinato ha cominciato a divennire luogo di passaggi e attraversamenti multipli.

Qusta esperienza appare complessa e innovativa. Si colloca nella contemporneità di questioni che toccano diversi livelli di lettura e di politiche.
La progressiva chiusura di spazi dedicati alla cultura a livelo nazionale, la concessione di una serie di autorizzazione per l’apertura di Casinò, le inchieste giornalistiche di livello (Repubblica e Report) che hanno acceso i riflettori sulle scottanti vicende che si nascondono dietro il nuovo business delle sale da gioco, la générale crisi del settore teatrale nella Capitale con numerose chiusure di teatri importanti, i tagli al FUS e l’ulteriore fragilizzazione della condizione dei lavoratori dello spettacolo, la mancanza di governo delle dinamiche spéculative cui non si oppone in molti casi un disegno strategico complessivo.

Ciò appare emblematico a San Lorenzo, quartiere fragilizzato da dinamiche di microcriminalità, spaccio, degrado e di un’attrattività impoverita di valori culturali e sociali e schiacciata su un’offerta bassa e caotica.

Dall’idea iniziale di un’occupazione lampo e simbolica la variegata rete di cittadini che ha preso questa iniziativa, si trova confrontata con una temporalità via via più lunga e pur sempre incerta di questa occupazione.

La divisione in gruppi di lavoro, l’utilizzo di una comunicazione plurimedia e in tempo reale, la programmazione artistica di alto livello (con testimonial quali e Sabina Guzzanti, Martone, Rossellini, Franca Valerii, dario Vergassola…e molti altri) rappresentano tasseli di una strategia complessa che si sta inventando giorno per giorno nel tentativo di tener assieme diversità, di far circolare i saperi, di mobilitare competenze.

La contaminzione interna tra esperienze storiche di mobilitazione sociale presenti nel quartiere, l’influenza di nuove modalità di mobilitazioni segnati dall’esperienza dell’Onda che nel quartiere trova uno dei suoi spazi di confronto, la tradizione storica di resistenza e autorganizzazione, il forte associazionismo e l’attivismo dei singoli cittadini, si sta consolidando in questa esperienza.

Scompaiono le singole sigle di appartenenza e la Rete San Lorenzo cambia cambia San Lorenzo acquisisce via via più forza.

Si susseguono esperienze di riappropriazione simbolica attraverso azioni créative (laboratori, happening, Mostre laboratori con bambini e anziani).

Si studiano le Buone Pratiche di gestione culturale, ci si interrogano sulle modalità per avviare un processo partecipativo democratico e stringente, si raccolgono competenze e visioni, si tracciano scenari possibili per la gestione futura di questo Spazio.

La mobilitazione, che ha avuto una fortissima risonanza sui media locali e nazionali, raccolto 4000 firme è solo all’inizio. Le prossima tappa delicatissime che si sta tentando in questi giorni è l’avvio di un tavolo di concertazione con le autorità che dovrebbe servire altresì a liberare dal senso d’urgenza e iscrivere la mobilitazione nella continuità e nel processo politico e negoziale di una riappropriazione dello Spazio come Luogo di Cultura e di Partecipazione.