PRESENTAZIONE DEL LIBRO “ENERGIE RIBELLI”  A VIAREGGIO

 

Il 18 Agosto alle  ore 17.30 nella Pineta di Ponente a Viareggio , presso la sede dell’Auser  è stato presentato il libro “Energie ribelli” della sociologa Emma Viviani.

Alla luce dell’esperienza che l’autrice ha condotto con un gruppo di giovani studenti dell’Università di Pisa a partire dal 2010, è stato presentato il fenomeno della marginalità sociale, del carcere  e dei luoghi di periferia,  in una visione laboratoriale  – quella condotta dagli studenti che hanno lavorato a fianco di figure marginali – finalizzata a definire un percorso di conoscenza  delle problematiche del territorio, quale momento costruttivo, di nuova identità di luoghi e spazi.

La riflessione ha sviluppato  tematiche inerenti l’abitare le nostre città, come un bene di tutti da amare e custodire con un senso di responsabilità comune che potrà nascere da una azione congiunta tra istituzioni, cittadini e tutti i soggetti e associazioni che operano sul territorio.

Il libro è stato presentato dal prof. Adolfo Lippi autore e regista viareggino, erano presenti la Senatrice Granaiola e rappresentanti Comunali.

“Le forme di marginalità a cui ci sottopone il nostro sistema sociale obbediscono a reali fenomeni sociali ma il modo con cui ci rapportiamo ad essi appartiene a costrutti culturali che si sono sclerotizzati nel tempo e hanno generato chiusure verso l’altro, relegandolo in angoli bui anche della nostra mente.

Imparare ad accogliere significa costruire nuovi percorsi culturali che siano in grado di aprire le porte della conoscenza reale dei fenomeni sociali alla città, che deve essere in grado di viverli come elemento del sistema stesso, come parte di sé, altrettanto importanti per edificare politiche sociali, della partecipazione, in una visione solidale e sistemica del territorio”.

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 il calciatore di serie A Andrea Masiello dell’Atalanta in una partita di calcio dopo aver lavorato insieme ad alcuni ragazzi alla costruzione di un campo da calcio a cinque presso una pinetina della periferia di viareggio nel quartiere Varignano – Parco “La Fenice”

Secondo la Viviani,  il sistema sociale può cambiare e potrà generare benessere solo accogliendo le energie degli innovatori, in particolare di coloro che lo contestano, che lo detestano, perché è in essi il suo futuro, la sua sopravvivenza. “Nella tensione che si crea tra mantenere e innovare è possibile trovare  la risposta al cambiamento solo accettando di fare scelte che non escludano una parte rispetto all’altra e nel considerare le varie fasi che si evidenziano nel processo di vita del sistema.

 

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migranti presso la stazione di Viareggio alle ore 9 in attesa del bus per recarsi al lavoro 

Sarà proprio la tensione continua tra queste posizioni estreme,  la linfa vitale, l’energia che mantiene vivo il sistema”, perché nella visione sociologica di Emma, esso si nutre delle energie innovative anche se le combatte e non le sa accettare; le teme in quanto minano la sua stabilità e sicurezza.

“Alla visione di centralità delle cose deve subentrare quella della periferia, in quanto, questi luoghi fisici e della mente sono ricchi di potenzialità creative e di energie nuove che provengono dalla lotta per la sopravvivenza, da situazioni di vita estrema e da insegnamenti della realtà del quotidiano.

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parco “La Fenice” al Varignano di Viareggio

“La ricerca di un nuovo welfare ci porta a spostare l’asse prospettico dal centro alla periferia e invertire la rotta della centralità gestita dalle istituzioni, procedendo verso l’informalità delle azioni, accogliendo la loro efficacia, la forza dei singoli e dei gruppi che sono in grado di creare coesione sociale sul territorio. Dovrà sorgere una nuova cultura del welfare: fatta di un ‘ordinato disordine’, che significa ad un tempo libertà e regola, immaginazione e razionalità, una weltanschauung costruita dall’interno dei singoli e dei gruppi e non calata da fuori.

Le città nascono e si rinnovano dalle periferie e così anche il sistema sociale sarà costretto ad ascoltare la voce dal basso e accogliere i luoghi della marginalità come stazioni di “nuova frontiera”, dalle quali, rispetto al centro ormai saturo di energie di conservazione, è possibile creare ancora crescita ideativa e produrre sistemi di innovazione”.

Punto focale del lavoro di Emma Viviani diviene il rapporto che si instaura tra le persone marginali e le altrettante aree degradate da cui prende vita un processo di ricostruzione di ambedue: “il sistema  si nutre delle energie della marginalità attivando un meccanismo di “rinascita” delle persone e delle aree stesse”.  Tali processi sono stati osservati ed elaborati dall’autrice  per  più di dieci anni ed il libro intende portare all’attenzione la validità della metodologia  in luoghi di periferia e nei contesti di esclusione sociale.

“I vuoti presenti all’interno dei luoghi di periferia manifestano la necessità di ascolto profondo e di una lettura chiara dei fenomeni sociali, di una alfabetizzazione del territorio che tenga conto dei propri abitanti, della loro cultura di appartenenza, dei loro saperi.

Il laboratorio di autoprogettazione ha lavorato a stretto contatto con coloro che la società esclude e rifiuta. L’esperienza positiva dell’accogliere queste persone ha arricchito il microsistema sociale che si è creato all’interno del laboratorio, disegnando nuovi orizzonti e nuove prospettive per le politiche del territorio.

Percorsi di coesione sociale sono stati avviati sul territorio cittadino rovesciando l’impostazione stereotipa di periferia e marginalità trasformandola in energie innovative e creative a favore della cittadinanza”.

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