Housing the next Billion

Housing the next Billion


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Housing the Next Billion è il titolo della lecture di Cameron Sinclair organizzata dal Dottorato di Ricerca in Architettura Teoria e Progetto, coordinato da Antonino Saggio. La lecture si svolge nell’ambito del seminario Architettura “Otherwhere” curato e coordinato da Nicoletta Trasi (responsabile scientifico) con Maria Teresa Cutrì (architetto, PhD) .

Tra le sette persone che cambiano il mondo in meglio per Fortune Magazine, c’è Cameron Sinclair, architetto di fama internazionale, fondatore nel 1999 (a 24 anni) con Kate Stohr giornalista e produttrice televisiva e web, di Architecture for Humanity, un hub internazionale che ha fornito soluzioni abitative nelle situazioni di grande criticità in tutto il mondo.

Bruno Munari, nel 1981: « […] il lettore non troverà in questo libro (Da cosa nasce cosa, nds) come si progetta un’astronave e nemmeno altri grandi progetti illusori […] ma troverà esempi alla portata di ogni persona […] Un cretino seduto su un grande trono poteva forse suggestionare in un tempo passato ma oggi e soprattutto domani si spera non sia più così».

Sono passati quasi più di trent’anni dalle parole di Munari che rappresentano ancora oggi la chiave di lettura dell’intenso e appassionato lavoro di Sinclair: co-progettazione, sostenibilità sociale e impermanenza.

Come l’architettura può rispondere alle crisi umanitarie causate da disastri naturali, sociali e politici attraverso la definizione di forme di organizzazioni a livello mondiale capaci di riunire architetti e designer in grado di coinvolgere questioni sistemiche?

Secondo Sinclair è là dove le risorse e le competenze sono scarse, che il design innovativo e sostenibile può davvero fare la differenza nella vita delle persone.

Non è necessariamente contro la grande architettura ma, come afferma, i suoi clienti sono persone e comunità che vivono in condizioni di disagi sociali e/o crisi umanitarie e per i quali è importante proporre soluzioni fortemente adattabili.

Tutto il lavoro di Sinclair (e di molti architetti che come Sinclair stanno operando una vera “renovatio mundi”, da T. Cruz, a H. Klumpner, A. Brillembourg … ) propone e rinnova una figura di architetto come attivatore e catalizzatore di nuove strategie architettoniche e urbane che fanno di nuovo emergere l’abitare come relazione complessa a partire da nuovi paradigmi insediativi, spazi reali emergenti che si conficcano nello spazio “privo di ombre” di un modo di fare e pensare i luoghi ancora secondo categorie tradizionali del pensiero.

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