Riflessioni a partire dalla ZAC Clichy Batignolles

Massimo AllulliRicercatore Cittalia-Fondazione ANCI Ricerche

Grandi Eventi: rischio o opportunità per lo Spazio Pubblico?

Per le città globali (o aspiranti tali) ospitare Grandi Eventi -Campionati Mondiali di Calcio, Olimpiadi, Esposizioni Universali, etc- è parte fondante di una strategia orientata in senso economico o pro-growth, poiché essi sono “fonte di vantaggi competitivi nell’arena internazionale” (d’Albergo e Lefévre, 2007). In alcuni casi l’evento diviene occasione per la valorizzazione delle città come macchine per la crescita economica (Molotch, 1993), dando luogo a processi di privatizzazione dello spazio e nuovo consumo di suolo. In altre occasioni l’evento può originare al contrario processi inclusivi, di trasformazione partecipata dello spazio urbano e di tematizzazione di esso come bene pubblico.
In questo testo si prenderà in esame il caso della ZAC (Zone d’Aménagement Concerté) Clichy Batignolles, un programma di trasformazione urbana originato nel 2002 dalla candidatura di Parigi per le Olimpiadi del 2012. Nonostante l’insuccesso della candidatura, la prevista realizzazione di un Villaggio Olimpico su una vasta area ferroviaria dismessa è stata colta dal Governo Locale come occasione per avviare un ambizioso progetto che vedrà sorgere nell’area un nuovo quartiere ecologicamente esemplare, basato su principi di integrazione sociale e funzionale. La candidatura Olimpica ha costituito l’opportunità per l’avvio di un processo inclusivo di progettazione, che ha visto un ampio coinvolgimento della società civile locale tramite strumenti diversificati quali l’Agenda 21, la Concertation, l’Enquête Publique, gli Ateliers Citoyens.
A partire dall’analisi del contesto politico, sociale e istituzionale nel quale si colloca il progetto, nel testo si proporrà un’interpretazione circa le condizioni alle quali i grandi eventi possono agire come generatori di nuovi spazi pubblici e opportunità per politiche urbane inclusive e integrate.