Pedaggi urbani anche a Manhattan?

“Pedaggio urbano” è una delle traduzioni italiane di “congestion pricing”, la misura introdotta anni fa dal sindaco laburista di Londra Ken Livingstone e tuttora in vigore in quella città, e successivamente adottata in varie versioni a Stoccolma, Singapore e Milano.

In realtà “pedaggio urbano” non è una traduzione felice, perché pone l’accento sugli aspetti impositivi della misura, mentre l’espressione originale inglese ne sottolinea l’aspetto positivo – che è, appunto, la riduzione della congestione causata da automezzi motorizzati individuali.

L’ importanza della misura per lo spazio pubblico è evidente. In primo luogo, la riduzione dei veicoli in circolazione aumenta la sicurezza e l’agibilità della mobilità sostenibile. Inoltre la riduzione delle emissioni abbatte l’inquinamento degli spazi aperti e tutela la salute delle alberature urbane. In molte città poi, l’uso indiscriminato delle automobili ad ogni costo provoca strozzature e ulteriori rallentamenti a causa del parcheggio in seconda e terza fila.

Un aspetto importante è infine la liberazione di parte dello spazio pubblico urbano di maggiore diffusione – la strada – a vantaggio della scorrevolezza e regolarità dei mezzi di trasporto pubblico di superficie.

Nel caso di Manhattan vi è un aspetto aggiuntivo. La città calcola che il ricavato dei permessi giornalieri di entrata a Manhattan (cifra obiettivamente trascurabile, 9 dollari) potrà generare le risorse urgentemente necessarie per l’ammodernamento del metrò cittadino.

Il “congestion pricing” a Manhattan dovrebbe scattare il prossimo 5 gennaio. Non a caso questa data è stata scelta per consentire l’entrata in vigore prima dell’insediamento del nuovo inquilino della Casa Bianca, che si è detto – e questa non è certo una sorpresa – violentemente opposto alla misura. Sono poi in arrivo contestazioni legali da parte di gruppi di interesse, come l’associazione locale dei trasportatori.

Vedremo. Ma l’adozione di questa misura da parte del centro urbano più importante di un paese cresciuto con la venerazione dell’automobile è certamente un messaggio confortante per chi ha a cuore l’allentamento dell’aggressione automobilistica di cui soffrono i nostri centri urbani.