SPAZI DIDATTICI ALL’APERTO Un processo di progettazione partecipata

Alessandro Giangrande, Gabriella Guidetti, Elena Mortola

Il concorso
Il Municipio Roma 6 ha bandito un concorso di progettazione partecipata per la riqualificazione degli spazi didattici all’aperto degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e delle scuole elementari presenti nel suo territorio. Al bando di concorso hanno risposto otto scuole. A causa della scarsità delle risorse finanziarie disponibili è stato possibile realizzare solo tre dei progetti presentati.
La scelta dei tre progetti vincitori è stata fatta da una commissione giudicatrice formata da esperti di progettazione architettonica partecipata e da tecnici del Dipartimento X del Comune e del Municipio Roma 6 (personale amministrativo, dell’Ufficio Tecnico e dei Servizi Educativi).
La Commissione ha deciso di premiare un progetto per ogni ordine di scuole. I criteri utilizzati nella valutazione sono:
1. la qualità progettuale
2. l’impegno dei partecipanti (insegnanti, alunni e genitori) nel processo partecipativo
3. il livello attuale di degrado e di pericolosità degli spazi da riqualificare

Dopo aver analizzato tutti i progetti, la Commissione ha scelto quello della scuola elementare “Iqbal Masih” (scelta obbligata) quello della scuola dell’infanzia “Enrico Toti” e quello dell’asilo nido “Il bosco incantato”.

La formazione degli insegnanti
Gli insegnanti delle otto scuole sono stati coinvolti nel processo dopo una fase di formazione finalizzata a trasmettere loro alcune conoscenze di base nel campo dello sviluppo sostenibile, delle tecniche di animazione/coinvolgimento degli alunni, della progettazione partecipata e della progettazione degli spazi verdi.

Nel campo delle tecniche di animazione/coinvolgimento è stata proposta una metodologia di ‘educazione attiva’: un conduttore/facilitatore interagisce con gli alunni utilizzando di volta in volta strumenti diversi e complementari quali i giochi di conoscenza e di ruolo, le attività manuali ed espressive, il racconto e la riflessione collettiva.
Dopo aver illustrato i principi che sono alla base di ogni valido processo di progettazione partecipata, sono stai descritti in dettaglio – con l’aiuto di esempi – i metodi più frequentemente usati nella pratica: Animazione territoriale, Action research, EASW, Action planning, Planning for Real, nonché un nuovo metodo che si basa sull’uso congiunto di Strategic Choice e dei metodi di C. Alexander.
La progettazione del verde ha richiesto un approccio al mondo vegetale finalizzato a stabilire i criteri d’individuazione delle specie da inserire nel contesto da riqualificare, ma anche a stimolare l’osservazione delle forme assunte dai viventi che abitano la biosfera, a comprendere i loro adattamenti, interpretandoli come effetti/reazioni della storia evolutiva.
La procedura è stata modificata di volta in volta per adattarla alle caratteristiche del contesto: tipo di scuola, età degli alunni, volontà d’impegnarsi degli attori coinvolti, ecc.
Ad esempio, le attività di animazione sono state scelte in funzione dell’età degli alunni. Lo stesso dicasi del repertorio dei suggerimenti progettuali proposti agli insegnanti e ai loro alunni (vedi)
La scuola elementare Iqbal Masih è quella che ha richiesto i maggiori sforzi, sia in relazione al numero degli alunni (circa 500), sia all’estensione degli spazi da riqualificare (circa un ettaro).
Alcuni passaggi della procedura sono stati semplificati quando la procedura stessa è stata applicata alle altre scuole, tutte più piccole della scuola Iqbal Masih sia per numero di alunni che per estensione degli spazi aperti.

Dopo una serie di discussioni in aula, ogni insegnante ha chiesto agli alunni di produrre disegni e/o scritti finalizzati ad illustrare le attività che avrebbero desiderato svolgere nel giardino della scuola. Nel produrre questi disegni e questi scritti gli alunni sono stati influenzati sia dai problemi emersi nei precedenti sopralluoghi (mappa della diagnosi), sia dai suggerimenti del repertorio. I soggetti più creativi hanno immaginato anche altre attività, talvolta più interessanti e innovative di quelle suggerite dal repertorio.
Ogni alunno, sollecitato dal suo insegnante e dai progettisti del gruppo di lavoro, ha spiegato in classe i disegni e gli scritti da lui prodotti, in modo che fosse chiaro a tutti il significato e il contenuto delle sue proposte.
Tutte le attività proposte sono state quindi classificate e analizzate statisticamente. Per ciascuno dei quattro ambiti del giardino è stato disegnato un istogramma che mostrava la frequenza delle attività: grazie ad esso è stato possibile selezionare le attività maggiormente preferite.
Le attività scelte sono state utilizzate per realizzare due mappe che mostravano due possibili localizzazioni alternative delle attività stesse.
Una sessione di lavoro allargata ai genitori ha permesso di confrontare le due mappe e di scegliere quella giudicata più valida dalla maggioranza dei presenti. Gli insegnanti e i genitori, in quell’occasione, hanno proposto poche modifiche in relazione sia alle attività scelte sia alla loro localizzazione. La mappa finale è stata utilizzata dai progettisti per realizzare la mappa della visione, lo strumento che i progettisti del gruppo di lavoro hanno utilizzato per tradurre i desiderata dello scenario in spazi concreti.
Nel passaggio dalla mappa della visione al disegno in scala i progettisti hanno dovuto modificare di poco il progetto a causa del divario esistente tra lo spazio necessario per realizzare alcuni centri e quello realmente disponibile. Altre modifiche sono state necessarie per migliorare la coerenza tra spazi e attività nei centri e tra i centri: in altri termini, per migliorare la wholeness complessiva del luogo. Le modifiche apportate sono state infine sottoposte al giudizio di tutti gli attori del processo, che le hanno approvate.
Le scelte progettuali riportate nella mappa della visione sono state pienamente rispettate anche nel passaggio dal progetto definitivo a quello esecutivo e alla realizzazione. La scarsità dei fondi disponibili ha consentito finora di costruire solo una parte del progetto.

Al processo hanno partecipato e collaborato attivamente tutti i membri del gruppo di lavoro.
Coordinamento del progetto: Gabriella Guidetti, Municipio Roma 6
Coordinamento scientifico e progettazione partecipata: Alessandro Giangrande, Elena Mortola, Laboratorio TIPUS, DipSU, Università Roma Tre
Collaboratori alla progettazione preliminare e definitiva: Giulio Baiocco, Maria Elena Cannata, Viviana Petrucci
Consulente per il processo partecipativo e l’analisi dei dati: Lea Angeloni
Progettazione esecutiva: Società Romana Multiservizi
Progettazione del verde: Maria Angela Grassi, Francesco Rinalduzzi, Claudio Aprilanti, Giuseppe Di Millo, Dipartimento Politiche Ambientali e Verde urbano, Comune di Roma
Formazione e animazione: Claudio Tosi, Viviana Costa, Maurizia Romagna, Simona Braga, Tiziana Veglianti, Valeria Iacolenna, Associazione Cemea del Mezzogiorno
Redazione testi e immagini: Giulio Baiocco, Viviana Petrucci.