Il caso del Forum 2004 di Barcellona

Antonio Acierno, Angelino Mazza

Quando lo spazio pubblico diventa meccanica funzionale

Durante gli ultimi anni, Barcellona ha sperimentato un processo di sviluppo e trasformazione urbana senza precedenti. L’esito positivo di questo processo sembra dipendere ampiamente dall’azione collettiva degli attori locali, che ha guidato il percorso di trasformazione della città. Insieme ai risultati positivi, un’analisi critica ex post ha evidenziato come il successo delle politiche di riqualificazione urbana abbia comportato, in alcuni casi, una serie di effetti indesiderati (crescente inflazione a livello locale, dinamiche d’espulsione dei cittadini percettori di redditi bassi dalle aree rigenerate, processi d’esclusione sociale ed in particolare l’uso e la privatizzazione degli spazi pubblici), che i meccanismi previsti negli interventi di rinnovamento solo in parte sono riusciti a contrastare.
Le contraddizioni in seno alle politiche di riqualificazione sono divenute maggiormente evidenti in relazione ad alcune delle trasformazioni urbane più recenti, come nel caso del progetto di rinnovamento dell’area di Diagonal-Mar, l’area dove si è svolto il Forum delle Culture del 2004. Il Forum 2004 si è trasformato, nel paradigma dei critici, in un fallimento sul piano culturale e soprattutto politico (o di marketing); nella sua dimensione urbanistica è stata l’espressione della città che punta all’inserimento globale: si tratta di un’urbanistica orientata verso la domanda esterna. La rigenerazione dell’area Diagonal- Mar, mostra una scarsa considerazione degli obiettivi sociali, attraverso la creazione di uno spazio nel quale il concetto di “valore di scambio” prevale su quello di “valore d’uso”, come esempio di strategia a breve termine mirante all’accaparramento di rendite economiche elevate, con scarsa considerazione di obiettivi di sviluppo socio economico a lungo termine. Questo è un esempio di ciò che può accadere quando il capitale globale non è regolato adeguatamente a livello locale.
Il Comune di Barcellona negli ultimi anni ha pianificato la città in funzione dei propri interessi economici (urbanistica commerciale) e del capitale privato, quando proprio la pianificazione doveva dare continuità (agli interventi degli anni ‘80 e ‘90) e trovare nuove soluzioni alle necessità urbanistiche emergenti. Possiamo intuire gli interessi in gioco comparando la rapida ricostruzione degli spazi dove è stato ospitato il Forum delle Culture del 2004 con il processo di riabilitazione delle aree marginali della città. Uno dei casi più significativi è quello del rinnovamento del quartiere di edilizia pubblica degradato degli anni ’60, denominato La Mina, contiguo all’area dove è stato celebrato il Forum: sono stati investiti circa 72 milioni di euro contro i 2.700 del Forum.
Progetti “detonatori” o “catalizzatori” per il secolo XXI sintetizzano una tergiversata versione del Modello Barcellona che ansiosa di ripetere successi utilizza pretesti tematici come il Forum delle Culture 2004 per “riattivare” un’antica zona industriale che, in realtà, si sta solo privatizzando.
Gli attori (pubblici e soprattutto privati investitori) che hanno partecipato alla redazione del progetto di rinnovamento urbano dell’area del Forum hanno fatto un grande sforzo propagandistico presentandolo come una iniziativa culturale aperta capace di assumere anche la critica sociale. Si è parlato tanto di democrazia partecipativa, anche se l’intervento è stato concepito come una realtà predefinita (frutto di un modello di privatizzazione degli spazi pubblici), realizzata, dialogata e contrattata dall’alto. La partecipazione dei cittadini è stata disattesa, facendo dei residenti degli spettatori passivi nel processo di trasformazione dell’area. Molte organizzazioni sociali e civili non hanno partecipato e le loro proposte non sono state accettate facendo sì che a tutt’oggi i processi urbani e sociali che rendono possibile la conformazione di alcuni specifici immaginari sociali, si ripercuotono sul successo o sul fallimento della pianificazione urbanistica in un’area importante della città.
Tali processi si ripercuotono sul successo o sul fallimento della pianificazione urbanistica in un settore determinato? O al contrario, sono gli strumenti formali ed operativi di questa forma di pianificazione i veri responsabili di questi fallimenti?
Guardando questi immaginari urbani da una prospettiva teorica-concettuale, formale ed empirica, viene da chiedersi se l’operazione urbanistica puntuale di un settore può creare valutazioni, meccanismi di attuazione e direttrici che permettano di prendere decisioni giuste evitando la desertificazione spaziale e sociale dello spazio pubblico? Il caso del
Forum Barcellona 2004, si presenta come un esempio paradigmatico di questo forma del pianificare.
Il caso del Forum Barcellona 2004, pertanto, costituisce un esempio di trasformazione della città e dello spazio pubblico esito di una decisione istituzionale che scoraggia la partecipazione della comunità locale, innescando a posteriori reazioni di protesta che tuttavia stanno ancora cercando una forma concreta e riconoscibile nelle dinamiche sociali della città.